La vigilanza è coerenza di vita, prudenza e abitudine al bene
La mancanza di vigilanza, come l’ipocrisia, è un atteggiamento farisaico
«Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi».
(Dalla liturgia).
Anche oggi il vangelo ci parla della vigilanza. In particolare ci fa capire che il Signore, nella sua visita decisiva, verrà senza preavvisi, come un ladro. Nessun uomo infatti conosce né il giorno della fine del mondo né quello della propria morte personale.
Proprio per questo non ci è consentita alcuna distrazione: dobbiamo impegnarci, con l’aiuto di Dio, a vivere tutti i momenti della nostra vita nella fedeltà e nella coerenza con il vangelo di Cristo.
Il Signore infatti, come si è impegnato di servire a tavola chi si farà trovare pronto, ha invece promesso una punizione severa per chi verrà sorpreso nell’ultima ora della vita con il cuore inaridito e senza fede, soffocato dall’egoismo, con l’animo lontano da Dio e ribelle al suo insegnamento.
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