Neppure le parole di Gesù ci distraggono dal nostro egocentrismo
Come gli apostoli, anche noi ci intestardiamo a ritenere di aver capito tutto
«Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
(Dalla liturgia).
Gesù preannuncia ai suoi discepoli i fatti della passione: un discorso sconvolgente, che avrebbe almeno dovuto aguzzare le loro orecchie.
Non ha parlato di cose da poco. Egli infatti verrà catturato, torturato, ingiustamente condannato, ucciso, e dopo tre giorni risorgerà.
Ci si potrebbe immaginare che i suoi discepoli gli si accalcano intorno, chiedono spiegazioni per capire meglio, vogliono dettagli. Niente di tutto questo.
Queste tremende parole di Gesù scivolano loro addosso come acqua fresca. A loro interessa altro: Giacomo e Giovanni gli si avvicinano per chiedergli, in modo discreto, lontano dalle orecchie degli altri, due posti di rilievo nel governo che Egli, nella loro fantasia si appresta a costituire, e gli altri, non appena venuti a conoscenza di questo, si riempiono di indignazione per la scorrettezza dei loro due compagni.
La sostanza delle cose è che nessuno di loro, né i due che hanno chiesto né gli altri dieci che si sono indignati, ha minimamente ascoltato le parole di Gesù. Cosa avevano pensato?
Tutti loro pensavano che Gesù, essendo un rabbì molto ascoltato, che sapeva operare prodigi straordinari, che era seguito da una folla sempre più numerosa, fosse il Messia (o il Cristo, è la stessa cosa) da tempo atteso da Israele, un uomo inviato da Dio per ricostituire l’antico regno di Israele, per cui pensavano che, una volta arrivato a Gerusalemme, avrebbe preso le leve del potere politico e militare, cacciato l’occupante romano e ricostituito l’antico e glorioso regno di Davide.
In forza di questi pensieri è logico che essi pensassero di dividersi le future cariche. Ma sappiamo bene che Gesù è sì il Messia, ma il suo progetto non era questo.
I suoi discepoli hanno preso un abbaglio proprio perché non hanno ascoltato le sue parole e hanno continuato a ragionare secondo la logica del buon senso umano e non secondo quella della sapienza di Dio, che ci mostra le cose e le situazioni per quello che sono nella realtà, e non nella fantasia.
Lasciamoci guidare dal Signore, dalla sua parola, dal magistero ufficiale della Chiesa, e non facciamo, come diceva il Manzoni, della nostra testa il cielo. Senz’altro vivremo molto meglio.
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