Credere di sapere: ecco ciò che chiude il cuore verso Dio
Ci sono realtà troppo grandi per la mente umana, e l’uomo cerca di superarle con la superbia
«Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».
Cercarono allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora ( Dalla liturgia).
Ciò che impedisce ai Giudei di conoscere Gesù è, paradossalmente, ciò che sanno o credono di sapere: “Costui sappiamo di dov’è…”.
Proprio questo “sapere” impedisce loro di riconoscere la sua realtà più vera e profonda. Il Cristo non viene da se stesso, ma è mandato, è inviato da Colui che solo lui conosce, il Padre.
Agli occhi dei Giudei le cose che già sanno appaiono così importanti e determinanti che non si lasciano nemmeno affascinare dalle parole di Gesù: c’è una realtà, quella del Padre, che solo lui può raccontare, può portare a conoscenza, sulle strade dell’ascolto e dell’amore. Ma non sembrano interessati a incamminarsi su questa strada, quello che sanno, o credono loro di sapere, chiude loro il cuore.
Noi invece chiediamo a Gesù di donarci un cuore che ascolta e così la nostra vita si apre alla conoscenza, e la conoscenza all’amore.
Gesù è venuto a portarci una conoscenza nuova, che illumina e schiude il nostro cuore al mistero di Dio, al cammino della Pasqua, alla sapienza della Croce.
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