Gesù ha vinto la morte: qual è dunque la morte vera?

Ogni parola di Gesù scava nell’animo umano

«Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole».
(Dalla liturgia).

Gesù ci parla di un’ora, e specifica che è proprio questa, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e quelli che l’avranno ascoltata vivranno.

Evidentemente Gesù non può riferirsi, con questa frase, alla morte fisica. I morti che odono la sua voce sono coloro che ascoltano la sua parola, i suoi ascoltatori di quel tempo, e noi, che la udiamo oggi. Noi, come loro, quando non viviamo in grazia di Dio, siamo morti nel senso che siamo incapaci di ricevere la vera vita a causa dei nostri peccati.

Nel brano di Vangelo abbiamo una prima risposta alla domanda su cosa fare per avere la vita: ascoltare la parola di Dio. Certamente non limitarci ad ascoltarla con le orecchie, ma accoglierla con fede e farla diventare agire concreto nella nostra vita, perché, ci ricorda ancora Gesù, «non chi dice “Signore, Signore” erediterà la vita eterna, ma chi fa la volontà del Padre» (Mt 7,21).

Questo brano del Vangelo ci da un‘altra indicazione preziosa sul modo in cui possiamo ricevere da Dio il dono della vita eterna: chi avrà operato il bene uscirà dal sepolcro per una risurrezione di vita, chi invece avrà operato il male ne uscirà per una risurrezione di condanna.

Le parole di Gesù, anche se possono apparire dure, sono chiare, non possiamo fingere di non averle ascoltate, ma non ci devono spaventare: noi abbiamo la grande, immensa opportunità, in questa vita, di ricevere il dono preziosissimo, completo, definitivo dell’esistenza nella pace e nella gioia con Dio. Dio ci invita dunque a fare il bene e ad evitare il male, per poter ricevere la vita eterna.

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