Nella Sinagoga di Nàzaret l’annuncio di mediazione universale
Gesù annunciò che la Salvezza è per tutti
«In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret:] «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria.
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino». (Dalla liturgia).
Uno dei motivi che ha spinto gli abitanti di Nazareth a rifiutare Gesù è stato il fatto che Gesù ha compiuto i suoi miracoli lontano dal suo paese.
In merito a questo il Signore ha ribadito che la sua missione è universale, e lo ha spiegato (peggiorando la sua posizione di fronte si suoi concittadini) portando esempi dell’Antico Testamento di persone che hanno conosciuto la misericordia di Dio pur non appartenendo al popolo di Israele.
Non possiamo chiudere Dio nel piccolo recinto delle nostre idee, perché Dio è più grande di noi e di quello che pensiamo. Le sue idee sono migliori delle nostre.
Infatti quando induriamo il nostro cuore e vogliamo fare di testa nostra, facciamo come gli abitanti di Nazaret: allontaniamo Gesù dalla nostra vita e lo mettiamo in condizioni di andarsene. Gesù si propone, non si impone. Se noi lo rifiutiamo Egli se ne va.
Accettiamo Dio, la sua proposta d’amore. Corrispondiamo al suo amore, cercando di fare la sua volontà («se mi amate osserverete i miei comandamenti», Gv 14,15). Non tentiamo di ridurre Dio al nostro piccolo (e spesso erroneo) modo di pensare. Allora potrà agire nella nostra esistenza, e darci quello che ci serve perché possiamo vivere una vita piena e gioiosa.
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