Eucarestia e moltiplicazione dei pani
I prodigi che Dio ha fatto per la nostra salvezza
«Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?».
Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.
(Dalla liturgia)
«Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». La preoccupazione del Signore per queste persone ci fa capire quanto il Signore tenga a noi: è preoccupato che anche noi non veniamo meno lungo il cammino.
Da sempre la Chiesa ha visto nella moltiplicazione dei pani una prefigurazione, cioè una anticipazione, dell’Eucaristia. L’Eucaristia è il pane che ci serve a nutrirci nel cammino della vita spirituale. Non presumiamo di poterne fare a meno senza conseguenze!
È vero che in molte circostanze della storia i Cristiani sono stati costretti a farne a meno per molto tempo, anche per anni, decenni o secoli (si pensi alla persecuzione comunista nell’Unione Sovietica, o ai cristiani giapponesi che per più di due secoli hanno mantenuto vive le loro comunità clandestine senza avere sacerdoti), ma in condizioni normali è un dono di cui non possiamo fare a meno.
L’Eucaristia è un cibo preziosissimo, che Dio ci ha dato perché noi rinforziamo, giorno per giorno la nostra fede, e non ci smarriamo nel cammino della vita. Non facciamone a meno con superficialità! Diceva Madre Speranza, una mistica vissuta in Centro Italia nel secolo scorso: «Due cose non si recuperano nella vita: il tempo perso e le grazie di una comunione non fatta».
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