Prendere il giogo di Gesù significa libertà
Cristo ci indica la via di una vita in cui nulla potrà farci schiavi
In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
(Dalla liturgia).
Il vangelo di oggi da una parte ci dice parole che ci fanno piacere: «venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò ristoro». A chi non fa piacere trovare una fonte di ristoro nelle difficoltà della vita?
Nei Paesi più poveri vi è tantissima gente che ha bisogno di tutto, che è provata dalla fame, dalla miseria, dalla guerra. Ma anche nel nostro mondo, oltre alle difficoltà materiali che, specialmente negli ultimi anni, sono tornate ad affliggere molte persone, vi sono tantissime difficoltà spirituali e morali, nate da un falso benessere. Persone che hanno perso (o forse non hanno mai conosciuto) il senso della loro vita, persone che vivono depresse e infelici.
L’invito di Gesù però, se da una parte ci fa piacere, dall’altra ci infastidisce. «Prendete il mio giogo sopra di voi». Il giogo indica un peso, ma più ancora una dipendenza da qualcuno. E a noi non piace né portare pesi, né soprattutto essere dipendenti da qualcun altro.
Il Signore Gesù ci chiede di prendere il suo carico sopra di noi. Non vuole costringerci con la forza a farlo, e non vuole darci un carico oppressivo. Accettando di servirlo, di fare la sua volontà, di ascoltare la sua parola e metterla in pratica, paradossalmente siamo liberi.
Se invece ci rifiutiamo di servire Dio, di metterci alla sua dipendenza, non diventiamo liberi, ma diventiamo schiavi di tutto: diventiamo schiavi degli altri, dell’opinione che le altre persone hanno di noi, dell’immagine che diamo.
Diventiamo terribilmente insicuri, i problemi che abbiamo si ingigantiscono, e quando non ci sono, ce li inventiamo. In una parola se Dio scompare dal nostro orizzonte alla lunga la vita diventa pesante e spesso insopportabile.
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