La parabola della misericordia

Ci lascia perplessi perché la leggiamo con gli occhi «fissi sugli idoli»

«“Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello» (Dalla liturgia).

Il comportamento del servo spietato sarà sbagliato nei modi, ma nella sostanza non ci sembra così scorretto: è giusto che i debiti vengano pagati.

Ma allora quale è il senso di questa parabola?

Il nocciolo del discorso sta nella sproporzione tra i due debiti. Il primo, i diecimila talenti, sono una somma enorme, dell’ordine di grandezza del debito pubblico di uno Stato. L’altra somma invece è un importo modesto.

Il debitore dei diecimila talenti non avrebbe mai potuto estinguere il proprio debito. Il padrone lo ha davvero graziato. Ma questo non gli ha impedito di comportarsi in modo spietato con il suo debitore.

Tante volte noi non riusciamo a perdonare le offese ricevute. E tante volte chi ci ha fatto qualche torto non merita davvero il nostro perdono. Ma noi non dobbiamo perdonare chi ci ha offeso perché se lo merita, ma perché riconosciamo, con onestà, che il Signore ci ha perdonato tante e tante volte i nostri peccati.

E se non ci avesse perdonati, e se non continuasse a farlo, l’inferno non ce lo leva nessuno (almeno a me, ma non credo di essere l’unico…).

In forza di queste considerazioni possiamo perdonare chi ci ha fatto del male. E quanto più avremo consapevolezza di essere peccatori, di aver mancato gravemente nei confronti di Dio, tanto più ci verrà facile perdonare.

Se però non riconosciamo di essere peccatori, se abbiamo perso il senso del peccato (o meglio, se abbiamo perso il senso del nostro peccato, perché il senso del peccato degli altri difficilmente lo si perde!), ci sentiremo sempre in credito con tutti, Dio compreso. E allora perdonare diventa quasi impossibile. Ma allora il nostro creditore – Dio – non potrà perdonare noi per le nostre colpe, perché la misericordia di Dio non può essere disgiunta dalla giustizia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *