Quaresima è riflessione e applicazione, non afflizione totale
Gesù ci invita a profumarci, come per un incontro
«E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà» (Dalla liturgia).
Inizia oggi, per la Chiesa romana, il tempo della Quaresima, il tempo di quaranta giorni che ci accompagna alla celebrazione degli eventi della nostra salvezza: la passione, la morte e la resurrezione di Gesù. È un tempo particolare, in cui siamo chiamati alla conversione.
Intendiamoci, in tutta la nostra vita siamo chiamati alla conversione per prepararci all’incontro finale con il Signore. La Quaresima è un tempo che sottolinea in modo particolare questo aspetto: la necessità di convertirci, cioè di togliere dalla nostra vita tutto ciò che impedisce il nostro incontro con il Signore.
La finalità della Quaresima è dunque quella di prepararci interiormente, di rendere più ricca la nostra vita spirituale per poter vivere al meglio la memoria degli eventi che ci hanno dato la salvezza. E per questo la Chiesa ci suggerisce tre strumenti ben precisi: la preghiera, il digiuno e l’elemosina.
La preghiera: una vita di preghiera più intensa e fervorosa ci avvicina maggiormente a Dio, togliendo dalla nostra vita e dal nostro cuore tanti disagi, tante amarezze. La preghiera ci unisce a Dio, non ci risolve i problemi concreti del vivere, ma ci aiuta a viverli meglio, con più serenità, con meno ansia. Ciascuno di noi prenda un impegno concreto di preghiera per questo tempo: qualcosa di fattibile, compatibilmente con i propri impegni, ma significativo.
Il digiuno: togliere tutto ciò che dalla nostra vita non è vietato, non è peccato, ma che può essere superfluo. Togliere il superfluo dalla nostra vita ci serve per capire ciò che è essenziale. Il digiuno deve essere quello del cibo (e per questo la Chiesa prescrive di digiunare oggi, mercoledì delle ceneri e il venerdì santo, e di astenersi dalla carne in tutti i venerdì di Quaresima), ma può e deve essere anche digiuno da tutto ciò che non è essenziale nella nostra vita: limitare l’uso della televisione, di internet, delle chiacchiere inutili, astenersi per questo tempo da qualcosa che ci piace (che so, fumo, alcool, una pietanza, un divertimento…).
Infine l’elemosina: aiutare i fratelli che hanno bisogno, essere più generosi con la Chiesa, sono modi concreti per capire quello che davvero importa nella vita.
L’elemosina non è solo un modo per aiutare chi è in difficoltà, o per sostenere iniziative di bene, ma è un mezzo che ci aiuta a comprendere che i beni materiali nella nostra vita sono necessari, sono importanti ma non sono tutto.
Il brano di Vangelo che abbiamo ascoltato ci mostra il modo con cui fare tutto questo. È importante che queste pratiche (preghiera, digiuno ed elemosina) siano il frutto di un’esperienza interiore che ci aiuti a cambiare il cuore. Per questo bisogna fare attenzione a non usarle per farsi pubblicità: si perderebbe ogni beneficio.
Affidiamo a Maria Santissima questo tempo che andiamo a cominciare, perché ci aiuti a viverlo con serenità ma con impegno, e possa portare frutti di bene nella nostra vita.
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