Non solo il Battista, anche Gesù battezzava
Il Battesimo impartito da Gesù si trova solo nel Vangelo di Giovanni
È singolare che nei Vangeli sinottici non venga mai sottolineato il fatto che Gesù battezzasse. Nella lettura delle Scritture troviamo infatti conferma solo in due versetti del Vangelo di Giovanni, e precisamente in Gv 3,22 («… Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea; e là si trattenne con loro, e battezzava»), e in Gv 4,1-3 («1 Quando il Signore venne a sapere che i farisei avevan sentito dire: Gesù fa più discepoli e battezza più di Giovanni 2 – sebbene non fosse Gesù in persona che battezzava, ma i suoi discepoli -, 3 lasciò la Giudea e si diresse di nuovo verso la Galilea»).
È altrettanto curiosa la specificazione apportata da Giovanni, quando scrive «sebbene non fosse Gesù in persona che battezzava, ma i suoi discepoli ». In questa frase qualcuno ha visto il tentativo di Giovanni di non sminuire la figura del Cristo, facendo risaltare quella del Battista, e ponendo dunque Gesù al di sopra. Altri invece ne hanno dedotto solo una distribuzione dell’incarico ai discepoli.
In concreto però tutto ciò attesta che il Battesimo fu il primo Sacramento attuato in via pratica da Gesù, ed è in sintonia con «l’urgenza» del Battesimo in quanto predispone l’anima all’accoglienza della Parola.
Una conferma potremmo trovarla anche nella parabola del seminatore, addentrandoci anche nella questione del segreto marciano.
Il Vangelo di Marco, infatti, mette in risalto gli aspetti che Gesù tace per indurre l’uomo all’accoglienza. Il parlare in parabole del Cristo trova una spiegazione da Lui stesso: «Ed egli diceva loro: “A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole”» (Mc 4,11).
Il battezzato ha una capacità in più che gli viene conferita dal carattere performante del Sacramento. Nella parabola del seminatore, il non battezzato (il quale ascolta la Parola) è identificato con la strada su cui cade il seme: non fa neppure in tempo ad accoglierlo che Satana lo porta via. Il battezzato, quando ascolta con gioia la Parola, ma non ha la forza (radici) per trattenerla, può essere anche terreno sassoso: la forza che gli manca è quella impressa dalla Cresima. Seguono poi i rovi, che simboleggiano le preoccupazioni della vita, che soffocano il seme della Parola quando mancano la Confessione e l’Eucarestia. Il terreno buono è perciò il Battezzato che riceve il Corpo di Cristo, e sarà in grado di fruttare il 30, il 60 o il 100.
La straordinaria potenza del Battesimo giustifica quindi l’urgenza della sua somministrazione, facendola cadere sui genitori, i quali possono e devono decidere per i figli, dando loro una possibilità in più nel cammino verso la vita eterna. Esattamente come ricade nella responsabilità genitoriale impartire ai figli istruzione, formazione e educazione, anche se i figli non le richiedono.
L’errore, di conseguenza, è quello di negare il Battesimo, ma anche quello di non far seguire ad esso un’adeguata formazione cristiana in vista di Confessione, Cresima e Eucarestia. Sarà poi responsabilità personale di chi ha ricevuto i Sacramenti dell’Iniziazione, scegliere di proseguire il cammino con i Sacramenti successivi.
Occorre tenere bene a mente che i Sacramenti non sono lo scopo del Catechismo: non si va a Catechismo solo per avere i Sacramenti. I Sacramenti sono invece «luogo» di Catechesi, ovvero occasione per farsi formare dal loro imprinting e sviluppare una coscienza cristiana.
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